Ere e..Tomfordismo..


Recentemente mi è stato fatto notare da un amico un articolo apparso su "Il Sole" riguardante il declino dell'era del consumerismo, termine che sta ad indicare un periodo in cui, a differenza del consumismo - periodo in cui è il prodotto ad essere al centro dell'attenzione - il desiderio personale dell'individuo è la molla che spinge all'acquisto: un desiderio non più creato dalla società che ci circonda (vedi boom economico del dopoguerra), ma da noi stessi. All'inizio questo concetto non mi era proprio chiaro..ma facendo degli esempi risulta più semplice. Potremmo dire che l'utilitaria della Ford in pieno boom economico sta al consumismo così come la Louis Vuitton in edizione limitata con le proprie iniziali incise sta al consumerismo.

Mi piace la parola consumersimo, che questo tale Harold James della Princeton University ha citato; mi sento in effetti un pò cresciuta col consumerismo. Mi piace però ancor di più una parola che James ha coniato per definire questo periodo, e cioè Tomfordismo. Dopo le migliaia di vetture economiche tutte identiche del non meno geniale Henry Ford, che ha dato il suo nome a quest'epoca di forte sviluppo economico terminata negli anni '60, Tom Ford è innegabilmente il simbolo del rilancio del marchio Gucci e più generalmente della stessa idea di moda nell'epoca consumerista, incentrata sul radicale concetto dell'individualismo. Non posso negare di essere incapace di resistere al trabocchetto della "Limited Edition", per me ancora una parola magica: ogni volta, che sia una borsa in cotone dal messaggio ecologista o una mutanda di taglio vagamente sadomaso, ci casco. Che importa se poi vagherà per gli angoli bui del mio armadio senza mai essere indossata: il consumerismo ha vinto!

Questo studioso però dopo averci fatto sognare un po' pensando a Tom Ford (e alle sue ultime campagne pubblicitarie in cui compare in tutto il suo splendore..btw, direste mai che tale classe e perfezione è nata nientepopodimenochè nella stessa terra polverosa del Texas?????? Proprio come l'indimenticabile Walker Texas Ranger di Chuck Norris?????? Naaaaaaaaaaaaa) ci dice anche che quest'epoca è finita. La crisi se l'è portata via. Dice che ormai siamo pronti ad "andare oltre", che siamo pronti per beni meno tangibili, che è in arrivo l'era del "consumo di esperienze", che sarà in grado di generare soddisfazioni più durature. Dunque... Non occorre passeggiare per i verdeggianti campus di Princeton per poter affermare che la soddisfazione che nasce da un acquisto ha breve durata e che questa si alimenta con la reiterazione. Vuoi che non lo sappia? Lo so benissimo, il mio armadio in fase di detonazione mi è testimone (per lo meno ho raggiunto la prima fase del processo di disintossicazione da dipendenza: sono cosciente di avere un problema). Non sono però certa che sia venuto il momento di passare oltre.. Se devo pensare che per rischiarare una giornata NO non basterà più passare dalla Galleria, ma dovrò farmi almeno un bel viaggio o un weekend di coccole in beauty farm possibilmente insieme a quattro bonzi e due no global (non dimentichiamo l'importanza della socializzazione e della comunione di esperienze)..beh, prevedo giorni bui per chi non è milionario! ;-)
Ovviamente scherzo ed esagero..non è questo il problema. Il MIO problema è che mi sento ancora molto legata al "tangibile"..e temo altri insieme a me. La generazione dei consumeristi non molla facilmente. Ma siamo pronti certamente ad "esperienze comunitarie". Magari, per iniziare per gradi, un bel viaggio a New York: esperienza non tangibile, interazione, soddisfazione più duratura e...SHOPPING! Beh, almeno è un inzio. O no, Mr. James?

(aticolo citato da "Il Sole 24 Ore" dell' 8 gennaio 2010)

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